Effetto sugli adolescenti di erotismo e sessualità dei media
GIOVANNA REZZONI
NOTE
E NOTIZIE - Anno XV – 11 novembre 2017.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di
studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo:
DISCUSSIONE/RECENSIONE]
L’adolescenza è un periodo in
cui la maturazione mielinica del cervello si accompagna ad un’importante
transizione endocrina, con gli steroidi sessuali che progressivamente assumono
i ruoli fisiologici tipici dell’organismo adulto, dopo una fase di picco che
richiede un adattamento di tutto l’organismo. Sulla psicologia dell’adolescenza
sono stati versati i proverbiali fiumi di inchiostro e, nel tentativo di
definire tratti caratterizzanti e ricorrenti, in passato sono stati descritti
degli stereotipi di personalità rivelatisi, poi, più costruzioni influenzate da
criteri di interpretazione psicologica di stili comportamentali indotti da
ambiente sociale e culturale, che specchi fedeli dello stato neuropsichico di
quella fase evolutiva; inoltre, l’esperienza dimostra che gli adolescenti non
sono fra loro meno diversi e vari degli adulti.
Il contributo delle
neuroscienze nella definizione delle basi neurobiologiche di aspetti
dell’esperienza psichica tipica del periodo adolescenziale è ancora limitato, e
studi di neuroimmagine hanno addirittura portato qualcuno fuori strada[1]. È
tuttavia indubbio che una maggiore vulnerabilità, una più intensa reattività
emozionale e una più facile influenzabilità sono comuni in un’epoca della vita
che, al mutamento biologico, associa la realtà di un tempo esistenziale ancora
troppo breve per aver sviluppato, attraverso cicli di esperienza/conoscenza, un
apprendimento di consolidata stabilità dell’Io. Proprio un tale stato stabile
si ritiene che favorisca la coerenza nell’interpretazione dei valori in cui si
crede.
Naturalmente, quando si parla
di valori si fa riferimento ad una trasmissione culturale, che implica
pedagogia, impegno personale ed ambiente sociale di riferimento. Il
comportamento degli adolescenti violenti, distruttivi, incapaci di empatia e
rispetto di regole e ruoli sociali, così come quello dei ragazzi che fuggono
ogni assunzione di responsabilità e sono orientati alla prioritaria ricerca del
piacere, non può essere attribuito semplicemente alla fisiologia neuroevolutiva
o ad un procedere mentale tipico di questo periodo della vita, isolandolo dal contesto
delle esperienze familiari e sociali, ma deve essere studiato tenendo conto
della presenza o dell’assenza di modelli positivi, della possibilità di
identificarsi con questi e sperimentare un adattamento psicologico efficace e
gratificante nell’interpretazione di valori umani necessari alla convivenza
civile.
Nelle influenze ambientali
importanti in questa fase di sviluppo, e tanto più rilevanti quanto minore è la
possibilità di interazione quotidiana dell’adolescente con adulti in grado di
fungere da modello positivo, negli ultimi decenni vi sono i media; termine col quale vogliamo
intendere, secondo l’uso corrente ormai universalmente accettato, i contenuti
trasmessi dai sistemi radiotelevisivi e telematici che, attraverso tecnologie
basate sulla codifica cifrata (digitali),
possono accompagnarci dovunque, grazie a computer
portatili, tablet,
smartphone,
ecc.
Recentemente, recensendo nelle
nostre “Notule” un articolo di Anthony Fry sulla
nuova morale sessuale emergente[2], si è
rilevata l’influenza mediatica in questo processo: un ruolo che dovrebbe essere
studiato più approfonditamente, proponendo analisi critiche alla riflessione di
ricercatori, psicologi ed educatori, proprio in relazione all’apprendimento,
spesso inconsapevole, che deriva nei giovani dalla consuetudine con contenuti
mediatici.
Per rimanere sulle generali,
si va da una presentazione nella fiction
di tradimenti nella coppia come costante senza eccezioni di fedeltà, ai siti
erotici e pornografici che propongono come merce il corpo di donne, ma anche di
uomini e bambini, con tutta una gamma di perversioni presentate quali categorie
di fruizione. In proposito, si può anche osservare che la concezione
sottostante l’intera gamma dei contenuti relativa ai rapporti sessuali e
all’attrazione erotica è in aperto contrasto con il riferimento culturale della
maggioranza della popolazione europea e americana, le cui radici morali sono
riflesse dall’antica tradizione giudaico-cristiana che, nel corso dei secoli,
ha incorporato aspetti fondamentali del pensiero di Platone, attraverso il
neoplatonismo espresso nella filosofia, nella letteratura e nell’arte. Tale
concezione, comune ad ebraismo, cristianesimo nelle confessioni protestanti,
ortodossa e cattolica, e ad una parte della radice abramitica dell’Islam,
considera il rapporto sessuale quale partecipazione procreativa all’opera di
creazione divina all’interno di un vincolo matrimoniale che, in particolare nel
cristianesimo, è un sacramento che sancisce l’unione con Dio della coppia.
A fondamento di tale
concezione c’è la responsabilità reciproca e la responsabilità individuale
verso Dio. Se tale modo di intendere il rapporto tra i sessi ispira una
pedagogia familiare precoce, può influire sullo sviluppo dell’affettività,
modellando i sentimenti e determinando una particolare sensibilità. Tuttavia,
le indagini sociologiche hanno dimostrato che soltanto una minoranza delle
coppie credenti si può dedicare alla trasmissione della propria concezione
morale ai figli e, rimanendo lontano da casa per ragioni di lavoro gran parte
del giorno, finisce per non costituire un modello comportamentale diretto da
imitare. In tale condizione, i giovani sono esposti, in genere senza troppo
rendersene conto, ad un modo di considerare i rapporti umani, attraverso il
nodo cruciale della sessualità, diverso da quello dei propri genitori.
Per i genitori non credenti,
ossia agnostici o atei, o seguaci di dottrine religiose, teosofiche o
filosofiche[3] che non tendono a proporre
una disciplina della vita sessuale, la protezione da esercitare nei confronti
dei figli adolescenti si è tradotta soprattutto nell’attenzione
medico-profilattica per evitare il contagio da malattie a trasmissione sessuale
e le gravidanze non volute.
Collins e colleghi hanno
affrontato il problema dei sexual media in
uno studio che, a dispetto del “childhood” che
compare nel titolo, è focalizzato sui giovani in età adolescenziale.
(Collins R. L., et al. Sexual
Media and Childhood Well-being and Health. Pediatrics
140 (Suppl. 2): S162-S166 - Epub ahead of print doi: 10.1542/peds.2016-1758X,
Nov., 2017).
La provenienza
degli autori è la seguente: RAND Corporation, Santa Monica, California (USA);
Department of Pediatrics, School of Medicine, University of New Mexico,
Albuquerque, New Mexico (USA); Data & Society Research Institute, New York,
NY (USA); Department of Psychology, University of Michigan, Ann Arbor, Michigan
(USA); Department of Communication, University of Arizona, Tucson, Arizona
(USA); School of Media and Journalism, University of North Carolina at Chapel
Hill, Chapel Hill, North Carolina (USA).
Collins e colleghi operano una
distinzione tra media tradizionali e media digitali, con questi ultimi
intendendo quelli nati con la trasmissione telematica, e osservano, a proposito
di quelli tradizionali, che i contenuti sessuali sono altamente prevalenti e
solo raramente rappresentano le responsabilità e i rischi associati
all’attività sessuale. Affermano l’esistenza di un rapporto inconfutabile tra
l’esposizione dei giovanissimi a questi contenuti e una serie di rilevanti
conseguenze: 1) cambiamenti nel loro atteggiamento nei confronti delle
tematiche relative al sesso e al genere; 2) una progressione più rapida verso
l’inizio dell’attività sessuale; 3) le ragazze hanno gravidanze in età più
precoci; 4) si abbassa l’età adolescenziale in cui si contraggono le infezioni
sessualmente trasmesse. Collins e colleghi precisano che non si dispone di
adeguate informazioni circa i moderatori e i mediatori di questi effetti.
Dati limitati sono disponibili
a proposito dell’influenza – presumibilmente maggiore – esercitata dai media digitali sulla concezione della
sessualità, su quella dei ruoli sociali dei generi, ma, soprattutto, sul modo
di vivere e giudicare l’erotismo e la pornografia, offerte in rete insieme con la
possibilità di incontrare accompagnatrici ed escort. I dati provenienti dai pochi studi disponibili, che sono
stati valutati da Collins e colleghi, sono relativi a giovani più avanti
dell’età del teenager, ma hanno
fornito spunti di notevole interesse. Ad esempio, le presentazioni di questioni
ed argomenti di natura sessuale sui siti dei social media sono connesse a credenze e comportamenti problematici
tra coloro che “postano” i contenuti e i visitatori che interagiscono. La
pornografia online, che include
categorie di attività che in molti paesi del mondo costituiscono reato e forme
di perversione con immagini talora shockanti, sembra essere molto più
problematica per i giovani di quella diversamente prodotta e diffusa offline.
Considerata la notevole durata
temporale media che gli adolescenti trascorrono online, la loro apertura alle novità, la frequente tendenza ad
emulare quanto appare eccitante, la vulnerabilità a possibili contenuti
traumatici e il rischio di sviluppare abitudine ed assuefazione per contenuti
che al primo impatto giudicano negativamente, non si può che augurarsi, con
Collins e colleghi, una maggiore attenzione da parte della ricerca ai digital sexual media.
I ricercatori affermano che
chi intraprende questo lavoro di osservazione dovrebbe individuare con
precisione le potenziali conseguenze negative derivanti dalla frequentazione
dei siti con i contenuti attualmente presenti, e dovrebbe riconoscere le
opportunità offerte dai mezzi tecnologici per migliorare la “salute sessuale”
degli adolescenti. Dovrebbero essere condotti studi su mezzi di comunicazione online ed offline in cui i ricercatori esaminino i fruitori più giovani,
cercando di identificare i processi cerebrali e mentali che possano spiegare
gli effetti dei contenuti sessuali dei media sul comportamento. Identificando
tali processi sarà possibile anche cercare di individuare – affermano Collins e
colleghi – gli opportuni moderatori. Tali studi potrebbero poi essere usati per
informare interventi volti a ridurre l’influenza negativa esercitata
attualmente sugli adolescenti e generare effetti positivi nell’interesse della
salute fisica e mentale dei giovani. In proposito, poi, gli autori dello studio
qui recensito, aggiungono che i responsabili dell’elaborazione delle norme che
regolano l’esercizio delle attività di pubblicazione e comunicazione dovrebbero
stimolare lo sviluppo di interventi volti a ridurre gli aspetti negativi e
promuovere quelli positivi; fra questi dovrebbero essere studiati strumenti in
grado di aiutare i genitori dei ragazzi ad identificare e gestire le influenze
negative sui propri figli, e dovrebbero essere realizzati programmi di
istruzione innovativi per formare circa la fisiologia e la salute della sfera
sessuale.
L’autrice della nota ringrazia il dottor Lorenzo L. Borgia per la collaborazione
alla stesura del testo e invita alla
lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE
E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Si vedano Note e Notizie 07-10-06 Immagini funzionali del cervello degli adolescenti; Note e Notizie 14-10-06 Il cervello degli adolescenti: una riflessione critica; Note e Notizie 30-06-07 Ancora errori sul cervello degli adolescenti. Nel primo di questi articoli si legge come sia stato possibile definire l’adolescente “una creatura interamente diversa da un adulto” sulla base di un’interpretazione erronea di dati di neuroimmagine.
[2] Note e Notizie 28-10-17 Notule: Negli ultimi decenni si è avuta una rapida evoluzione della concezione dei ruoli sociali di uomini e donne; Note e Notizie 04-11-17 Notule: Discussione sull’analisi di Fry della nuova morale sessuale proposta nelle notule della scorsa settimana.
[3] Il riferimento, nella maggior parte degli studi, è a famiglie con un livello di istruzione medio-alto e condizioni di vita non disagiate. Diversamente, negli strati della popolazione più disagiati si assiste spesso alla totale mancanza di un rapporto pedagogico fra genitori e figli. Nei quartieri ad elevato tasso di criminalità di tutte le grandi città e nelle periferie violente e degradate, si assiste alla frequente trasmissione di principi e condotte criminali ai giovani anche in seno alla famiglia.